Giuseppa Galceràn aveva da poco concepito la sua bambina, che sarebbe nata il 3 aprile del 1841 e alla quale avrebbe dato il nome di Filomena, e una forza sovrannaturale la spinse dolcemente a consacrarla alla Santissima Vergine.
Il cognato della signora Galceràn, Raimondo Ferrer, l’aveva vista in ginocchio offrire alla Vergine Maria la piccola che portava in grembo. Raimondo era scultore di arte sacra, proprio come Felice (papà di Filomena) e come lo era stato il padre prima di loro.
Questi, dinanzi quell’atto di offerta si sentì ispirato a scolpire un’immagine della Vergine Maria.Quell’effige fu molto amata dalla signora Giuseppa che non di rado vi pregò innanzi durante la sua gravidanza. Una volta che Filomena venne alla luce, Giuseppa riuscì con semplicità a trasmetterle l’amore e la venerazione per la Vergine Maria. L’affetto di Filomena verso la Madonna, però, si espresse sin da principio con gesti molto teneri, ma anche molto spontanei…
La piccola Ferrer aveva solo sedici mesi quando tenuta in braccio dalla mamma quasi cadde per lanciarsi con tutta la veemenza verso l’immagine della Vergine Maria scolpita dallo zio, nel desiderio impellente di stamparle un bacio sulla guancia.
Da quel giorno Giuseppa stette accorta e pronta ad avvicinare subito la bambina che si dimenava pur di poter baciare la scultura. Ma, ben presto la cosa riguardò tutte le immagini di Maria che capitavano sottomano alla piccolina. Difatti, questa si mostrava molto irrequieta sino a che non l’avesse baciata, tanto che un giorno per la foga, strappando dalle mani della domestica una stampa su cui era ritratta la Madonna, per poco non la ingurgitò!