Eravamo tristi, ci donò l'allegria
Per rendere l’idea di quello che abbiamo vissuto il 31 maggio, Festa della Visitazione di Maria, qui nel nostro monastero, insieme ai nostri confratelli della Comunità dei Minimi del Santuario di Paola, i fratelli terziari e i fedeli presenti, ci sembra azzeccato il ritornello di un canto spagnolo che in italiano suonerebbe così: Celebriamo uniti la Vergine Maria, perché eravamo tristi e ci donò l’allegria. Effettivamente, c’era in tutti noi, un’umana tristezza che sarebbe ingiusto nascondere. Ci siamo riuniti in questa data per far rivivere, anche se in chiave diversa, una tradizione legata ai fratini i quali, al tempo in cui esisteva il Collegio, si recavano in processione con una statua dell’Immacolata dalla Scuola Apostolica sino al Santuario. Quest’anno, come già è avvenuto in passato, i nostri confratelli hanno deciso di celebrare la Messa della Visitazione qui al monastero e poi, come di tradizione fare con la statua della Madonna la processione sino al Santuario.
Cappella del Monastero. Momenti prima ell’inizio della celebrazione.
Ma a questa bella ricorrenza se n’è aggiunta un’altra particolarmente triste per il nostro Ordine, quella del Trigesimo del nostro caro confratello padre Giovanni Tolaro, morto improvvisamente il 29 aprile di quest’anno. Il Rv.do Padre Provinciale, padre Francesco Trebisonda, che ha presieduto la Santa Messa delle 18,00, ha parlato di due dolci ricordi, quello di Maria Santissima e quello del nostro padre Giovanni. Certamente, guardare alla Vergine, alla sua vita, affidarci ancora una volta a lei, ha consolato i nostri cuori che hanno comunque bisogno di tempo per assimilare un tale distacco. Padre Giovanni era per l’Ordine una promessa, la sua capacità di predicatore, il suo generoso servizio nella Cappellania dell’Ospedale di Paola, per la Pastorale Vocazionale, per la sensibilizzazione verso i poveri e i disagiati, hanno lasciato un vuoto che con grande difficoltà si sta cercando di colmare. Padre Domenico Crupi è riuscito a farci sorridere durante l’omelia, immaginando p. Giovanni con il suo gran vocione a cantare insieme agli angeli in Cielo. La fede ci dice che ora lui sta pregando per noi e sta godendo della beatitudine eterna e questo ci dona una gioia spirituale reale, ma la separazione così improvvisa, il vuoto che qui su questa terra percepiamo, in questo momento fa soffrire un po’ tutti noi che gli abbiamo voluto bene e lo stimavamo tanto. Nella preghiera troveremo certamente il modo di ricostruire un nuovo rapporto con lui, forse anche più profondo e intenso, perché sappiamo che quanti ci precedono nel Regno dei Cieli sono più vicini a noi di quando lo erano quando si trovavano tra di noi.
Per quanto riguarda la cronaca degli eventi, hanno preceduto la Santa Messa la recita del Rosario alle 17,00 e a seguire la celebrazione del Vespro della Festa liturgica della Visitazione di Maria Santissima, presieduto da padre Domenico Crupi affiancato dai giovani postulanti Pierpaolo e Giuseppe, nell’assemblea raccolti in preghiera tra i fedeli anche i Padri Minimi che a seguire avrebbero concelebrato la Messa: il Rv.do Padre Provinciale, Padre Francesco Trebisonda, i consiglieri provinciali pp. Francesco Di Turi e Gaetano Nicolaci, con P. Angelo Miannulli, P. Domenico Crupi, P. Domenico Pudia e il diacono Joao Caputo.
L’evento molto partecipato ha dato la possibilità alla famiglia Minima nella triplice espressione di frati, monache e terziari di trovarsi in preghiera insieme ai tanti fedeli che al termine della Messa hanno accompagnato in processione la bella statua della Vergine Immacolata sino al Santuario. La celebrazione eucaristica è stata animata dalle suore Domenicane di Paola così come la processione che l’ha seguita. Durante l’Omelia P. Crupi ha meditato sulla Visitazione di Maria Santissima a sua cugina individuando in particolare tre dimensioni di questo mistero: quella dell’ascolto, del pellegrinaggio e quella del servizio. La prima dimensione è palese contemplando quanto precede questo viaggio di Maria cioè l’Annunciazione, perché la Vergine ha ascoltato l’annuncio dell’Angelo, si è posta delle domande sul come fosse possibile, cioè come potesse realizzarsi quanto le era stato detto e poi si è aperta accogliente con il suo fiat. La seconda dimensione quella del pellegrinaggio: la Vergine dopo aver ascoltato l’annuncio si mette in viaggio, qualcuno parla della prima processione del Corpus Domini, Maria come Ostensorio vivente porta il Cristo lungo le strade. Il suo è un viaggio che sembra solitario ma non lo è perché Gesù è già con lei, in lei. Padre Crupi notava come ci capiti di pensare molte volte che stiamo procedendo da soli nel nostro “pellegrinaggio personale”, specialmente nei momenti bui e difficili ma è un errore perché Cristo è con noi, anzi dentro di noi. Infine, c’è una terza dimensione ed è quella del servizio, della Carità: Maria si pone subito al servizio della cugina Elisabetta.
Padre Giovanni Tolaro: buon amico, vero fratello ed eccellente collaboratore.
A continuazione Padre Crupi, evidenziando come questo itinerario sia un po’ l’itinerario di tutti, ha messo in rilievo queste tre dimensioni nella vita di P. Giovanni. Nativo di Scoglitti, Ragusa, p. Giovanni ascolta la testimonianza di alcuni Minimi recatisi nella sua città in occasione di una missione popolare. Il giovane Tolaro ascolta, si pone delle domande e poi decide di dare la sua risposta, di dire il suo fiat. Arriva a Paola, entra nella Scuola Apostolica e comincia il suo pellegrinaggio, noviziato, professione, gli studi che lo preparano poi al sacerdozio. Giunto a questa grande tappa nel 2011 inizia per padre Giovanni il momento di prestare il suo servizio e lo fa con immensa generosità, lasciando in tutte le Comunità in cui si è recato un ricordo meraviglioso di sé.
Grazie alla Santissima Vergine siamo riusciti a vivere questo momento di commozione immersi nella luce della fede, perché come lo stesso P. Crupi ha detto: in alcuni momenti ci sembra di camminare nel buio, perché non riusciamo a comprendere il senso di alcuni eventi che ci colpiscono ma la piccola fiammella della nostra fede ci consente di avanzare, anche se un po’ alla volta, ma senza fermarci, fino a che non si faccia di nuovo giorno e allora comprenderemo quanto oggi ci sfugge.