« Filomena Ferrer fu contemplativa di assidua preghiera e profonda unione con Dio, soprattutto esattissima nei vari doveri e osservanze religiose. Andò conformandosi sempre più a Gesù Crocifisso, giungendo a un grado di virtù straordinario ed eroico, che ben si addice ai particolari doni carismatici dei quali fu insignita da Dio. Dalle testimonianze processuali e dai suoi Scritti risaltano con evidenza l’intensa vita teologale della Serva di Dio e la sua perfezione morale, con particolare accento nelle virtù proprie della vita religiosa contemplativa della regola, spiritualità ed ascesi quaresimale perpetua dei Minimi: preghiera—digiuno—carità, estese a tutta la vita ».
Dal Decreto di Approvazione delle virtù eroiche, 7 settembre 1989
Nascita e prima infanzia
Filomena Ferrer venne alla luce nella località tarragonese di Mora d’Ebre il 3 aprile del 1814. Fu educata cristianamente dai suoi genitori, specialmente dalla madre, che si preoccupò scrupolosamente della sua buona formazione. A causa della professione di scultore di suo padre, Felix Ferrer, la famiglia ebbe diverse residenze in terra catalana, in quanto tutta la famiglia si trasferiva nei luoghi in cui il padre era richiesto per motivi di lavoro, ed in questo modo si mantenne sempre unita.
Filomena ereditò da suo padre, artista qual era, la delicatezza e la sensibilità dello spirito, e dalla madre, la Sig.ra Josefa Galcerán, la fortezza e l’energia del carattere. Da piccola mostrò un’inclinazione naturale al bene ed una speciale sensibilità spirituale, doti che, unite ad un’accurata formazione umana e cristiana, forgiarono in lei un carattere dolce e forte allo stesso tempo. Le persone che la conobbero nelle diverse residenze che ebbe la famiglia, notarono in lei la sua amabilità e correzione con tutti, come pure la sua compostezza e docilità nel tratto, spiccando per la maturità tanto umana quanto spirituale che manifestava, oltre alle sue doti d’intelligenza.
Nonostante i doni con cui era adornata da Dio, la sua vita si sviluppò come quella di qualsiasi bambina della sua età, partecipando ai giochi ed alle attività proprie del suo tempo e dell’ambiente in cui si muoveva.
Casa della Famiglia Ferrer dov’è nata Filomena
Vocazione contemplativa e prime difficoltà
Sentendosi attratta da Dio sin dall’infanzia, all’età di 16 anni manifestò ai genitori la sua vocazione contemplativa; a questa manifestazione seguì la violenta opposizione di sua madre, la quale, influenzata senza dubbio dal timore di vedere sua figlia oggetto di vane illusioni, la sottopose ad una serie di prove che le procurarono innumerevoli sofferenze. Filomena seppe affrontare questa situazione con una integrità ed inalterabilità d’animo che erano superiori a quelle che per sua età le corrispondevano, vivendo in ogni momento sottomessa all’autorità dei genitori e abbandonandosi con fiducia alla volontà di Dio.
Finalmente, convinti dell’autenticità della sua vocazione, i genitori le concessero il desiderato permesso, e all’età di 19 anni entrò nel Monastero delle Monache Minime di Valls (Spagna), distinguendosi dall’inizio per la fedeltà ai suoi doveri religiosi ed alla Regola penitenziale del suo fondatore, San Francesco di Paola. La felicità che la invadeva al veder realizzata la sua vocazione religiosa l’accompagnò per tutto il resto della vita.
A destra, antico Monastero delle Minime di Valls
Infaticabile apostolo del Cuore di Gesù
Dal primo giorno si donò pienamente all’orazione, progredendo rapidamente nell’unione con Dio, centrata in modo particolare nella contemplazione dell’amore di Dio manifestato nel Cuore di suo Figlio Gesù Cristo.
Nella vita di Suor Filomena all’orazione era unita in modo inseparabile la mortificazione ed il rinnegamento di se stessa. La fortezza della sua volontà l’aiutò a camminare sempre in avanti senza retrocedere nelle sue decisioni, cercando in tutto l’unione con Cristo crocifisso, che amava appassionatamente, il che la condusse nei pochi anni della sua vita alle vette più alte della mistica. Dio l’aveva eletta come strumento della sua misericordia, concedendole grazie e rivelazioni speciali del Cuore di Gesù, del quale fu infaticabile apostolo dentro e fuori la comunità.
La fermezza del suo carattere l’aiutò nella cooperazione con la grazia, distinguendosi subito nella pratica delle virtù, soprattutto dell’umiltà, aiutata dai saggi consigli del confessore della comunità, il religioso Minimo P. Narciso Dalmau.
Il suo desiderio di servire Dio in piena fedeltà agli impegni religiosi la portò a lottare per il recupero di alcune osservanze regolari che con il passare del tempo erano state abbandonate, quali la nudità dei piedi e la recita notturna dell’ufficio delle letture. L’impresa non fu facile, però vi riuscì con la soave persuasione del suo esempio, che poco a poco giunse ad imporsi, ottenendo che le altre Sorelle condividessero i suoi ideali, incluso dopo la sua morte.
Suor Filomena, scultura opera di suo fratello, Félix Ferrer
Sempre dolce e sorridente, pronta per servire
L’infermità era apparsa molto presto nella sua vita, come compagna inseparabile di cammino sin dall’infanzia, ma questa circostanza non fu per lei che un mezzo in più al servizio della sua configurazione con Cristo Gesù. Già religiosa, sopportava con grande interezza e nel silenzio i disagi dell’infermità, tanto che le sorelle di comunità, nelle grandi sofferenze fisiche e nelle prove interiori delle quali era oggetto, la videro sempre dolce e sorridente, prestandosi a realizzare ogni tipo di servizio e ad aiutare nei diversi lavori del monastero, senza far pesare sulle altre nulla di quanto accadeva nel suo interiore.
Nel suo ufficio di infermiera
Si prodigò per la costruzione di un monastero
Anche se era adornata da Dio con doni soprannaturali e rivelazioni del Cuore di Gesù, ella stessa affermò nei suoi scritti che “la sua volontà non fu unita a quella di Dio, per mezzo di dolcezze e doni spirituali, ma in mezzo e per mezzo delle croci”.
Per volontà del Cuore di Gesù, più volte a lei manifestata mediante rivelazione particolare, si prodigò infaticabilmente per la costruzione di un monastero dell’Ordine nella sua città natale, Mora d’Ebre, con annesso un tempio espiatorio. Non risultò facile, in quanto furono molti gli ostacoli che dovette superare, incluso all’interno della stessa comunità, però la sicurezza che Dio lo voleva le diede la tenacia per superare ogni difficoltà rendendo possibile quest’opera per il servizio della Chiesa, come strumento di riparazione per i peccati del mondo e per la diffusione del culto al Cuore di Gesù.
Suor Filomena, dopo avere affrontato innumerevoli difficoltà, offrì alla fine la sua vita a Dio come sacrificio per il buon esito della fondazione; perciò il monastero, inaugurato 26 anni dopo la sua morte, è rimasto vincolato per sempre alla figura di questa giovane Monaca che fu fondamento non solo dell’edificio materiale, ma soprattutto di quello spirituale che sarebbe stata la comunità di monache Minime di Mora d’Ebre.
Le sue esperienze mistiche si riflettono nei suoi scritti, anche se brevi; si tratta per la maggior parte di testi autobiografici diretti al confessore P. Dalmau, ove si scorge l’intensa vita interiore e l’alto grado di orazione di questa umile figlia di San Francesco di Paola.