La pace è mercanzia che va comprata a caro prezzo
San Francesco è uno dei maestri più luminosi, nell’insegnare all’uomo come poter ricevere uno di quei doni che più di tutti necessita e desidera avere: la vera pace.
Con la sua vita ha testimoniato quanto siano veraci le parole di Cristo, che affermò ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore» (Gv 27), mostrando anche che, paradossalmente, la pace è al tempo stesso dono di Dio e mercanzia che va comprata a caro prezzo. Infatti, dalla sua testimonianza di vita, si constata come la pace vera non sia naturale, ma proveniente dalla fede in Cristo, che fa vivere l’uomo nell’ordine della grazia. «Cristo è la pace dell’uomo» (cfr. Ef 2,14), ma per raggiungere tale pace è necessario una fede operante, che coinvolga tutta la persona e guidi ogni sua scelta.
Il nostro Santo, procurando sin dalla giovinezza di conoscere la volontà di Dio manifestata attraverso i suoi comandamenti e gli insegnamenti della Chiesa, si rese docile all’ascolto dello Spirito Santo, che trovò in lui un animo docile ad ogni Sua ispirazione.
Ponendosi dinanzi a Dio come creatura, in atteggiamento di umile e filiale sottomissione, giunse a vivere pienamente in quella dignità che eleva l’uomo al di sopra di ogni altra creatura uscita come lui dalle mani del Creatore. Così facendo, fu capace di vivere in un continuo abbandono al volere di Dio, che cercava di comprendere in ogni avvenimento della propria vita, soprattutto in quelli avversi od opposti ai suoi progetti. Attraverso tale abbandono, sperimentò l’amore provvidente di Dio, nel quale trovò la forza di superare sé stesso per abbandonarsi in Lui, stabilendosi così nella vera pace, che viveva e trasmetteva.
Ma quando la guerra e non la pace circonda l’uomo, scoppiando a tal punto da minacciare anche la sua stessa vita, può persistere ancora questa pace nel suo cuore?
A differenza di altri Santi, il Signore non ha chiesto a San Francesco di vivere direttamente il dramma della guerra, ma anche lui l’ha conosciuta da vicino. Da fonti sicure, si sa che in determinati periodi storici, nei quali la guerra minacciava le terre di Calabria, San Francesco collaborò per la salvezza dei fratelli lottando con le armi della fede, intensificando la propria preghiera per implorare da Dio il dono della pace e unendo alle sue suppliche forti penitenze.
A quanti si recavano da lui al fine di raccomandarsi alle sue preghiere per essere preservati dal flagello della guerra che colpiva le regioni vicine, San Francesco esortava ad avere fede in Dio e ad accettare anche le situazioni avverse, con la fiducia che tutto resta sempre sotto il suo controllo, invitandoli a collaborare personalmente per il conseguimento della pace attraverso la preghiera e la conversione del cuore, nell’impegno ad essere nel proprio ambiente operatori di pace, allontanando ciò che nella propria vita fosse contrario alla volontà di Dio.
A coloro che venivano chiamati a difendere la patria, incoraggiava paternamente a non sottrarsi al proprio dovere, impartendo loro la benedizione e donando candele benedette da portare con sé, esortandoli, al di sopra di tutto, a partire con la coscienza pulita dal sacramento della confessione, per essere pronti ad andare incontro al Signore qualora la morte li avrebbe raggiunti, ricordando loro che la vera pace si trova nella comunione con Lui. Commoventi sono le testimonianze di coloro che, recatisi al convento per raccomandargli i propri cari partiti per la guerra, sono stati messi al corrente proprio da lui della loro morte già avvenuta -conosciuta per rivelazione di Dio-, venendo non solo consolati, ma incoraggiati a confortarsi nel considerare il premio raggiunto dai loro cari per aver valorosamente offerto la vita per difendere i fratelli, morendo con fede ed in grazia di Dio.
Già da queste poche testimonianze, si può constatare come fu per molti suoi contemporanei -e resta tutt’ora per i suoi devoti-, testimone credibile della forza invincibile che viene dalla fede in Dio, capace di mantenere l’uomo nella vera pace, quella che non proviene né viene condizionata da quanto possa avvenire intorno a lui, essendo quella vera, cioè «la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza» (Fil 4,7).