MESE DI NOVEMBRE
— estesa a tutto il mese la possibilità di ottenere l’indulgenza —
L’indulgenza è la remissione di penitenze o pene temporali, che rimangono da scontare per i peccati già rimessi quanto al reato della colpa e della pena eterna. L’assoluzione cancella i peccati (la colpa) e la pena eterna della dannazione per i peccati mortali, mentre l’indulgenza rimette (cancella) la pena temporale, che non significa pena terrena, ma pena avente una durata di tempo non senza fine: terrena, oppure temporale limitata nel Purgatorio: “Ogni fedele può acquisire le indulgenze per se stesso o applicarle ai defunti” (CCC 1471).
Quindi per indulgenza viene significata, per i viventi, la remissione parziale o totale delle pene comunque maturate con i peccati già perdonati da Dio e assolti dal sacerdote con la confessione e che verrebbero altrimenti scontate nel Purgatorio. In nessun caso s’intende l’indulgenza come un’alternativa che possa sostituirsi alla confessione.
Per ottenere un’indulgenza plenaria o parziale, secondo la dottrina cattolica, un fedele, oltre ad essere completamente distaccato dal peccato anche veniale, deve:
- confessarsi, (confessione sacramentale) per ottenere il perdono dei peccati;
- fare la comunione eucaristica, per essere spiritualmente unito a Cristo;
- pregare secondo le intenzioni del Papa, per rafforzare il legame con la Chiesa;
- compiere una delle opere buone a cui è annessa l’indulgenza. Alcune di queste opere ottengono un’indulgenza plenaria (ad esempio recitare in chiesa il rosario; fare adorazione eucaristica; partecipare agli esercizi spirituali; visitare i cimiteri nei giorni 1º-8 novembre), altre un’indulgenza parziale (per esempio recitare il Magnificat o l’Angelus o Anima Christi; guidare o partecipare a incontri di catechesi).
La consuetudine codificata è quella dell‘indulgenza plenaria in ogni giorno dell’ottavario dall’1 all’8 novembre per tutti quelli che visitano i cimiteri pregando per i defunti, e il 2 novembre, nello specifico, la visita ad una chiesa o ad un oratorio recitando il Pater e il Credo. Nonostante ciò, poiché, secondo il decreto della Penitenzieria Apostolica, sono state elevate non poche suppliche chiedendo che quest’anno, a causa dell’epidemia da “covid-19”, venissero commutate le pie opere per conseguire le Indulgenze plenarie applicabili alle anime del Purgatorio, a norma del Manuale delle Indulgenze (conc. 29, § 1), la Penitenzieria Apostolica, su speciale mandato di Sua Santità Papa Francesco, per evitare assembramenti laddove fossero proibiti, ha stabilito che quest’anno:
- L’indulgenza plenaria per quanti visitino un cimitero e preghino per i defunti anche soltanto mentalmente, concessa di norma solo nei singoli giorni dal 1° all’8 novembre, può essere trasferita ad altri giorni dello stesso mese fino al suo termine. Tali giorni, liberamente scelti dai singoli fedeli, potranno anche essere tra loro disgiunti;
- L’indulgenza plenaria del 2 novembre, stabilita in occasione della Commemorazione di tutti i fedeli defunti per quanti piamente visitino una chiesa o un oratorio e lì recitino il “Padre Nostro” e il “Credo”, può essere trasferita non solo alla domenica precedente o seguente o al giorno della solennità di Tutti i Santi, ma anche ad un altro giorno del mese di novembre, a libera scelta dei singoli fedeli.
- Gli anziani, i malati e tutti coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa, ad esempio a causa di restrizioni imposte dall’autorità competente per il tempo di pandemia, onde evitare che numerosi fedeli si affollino nei luoghi sacri, potranno conseguire l’Indulgenza plenaria purché, unendosi spiritualmente a tutti gli altri fedeli, distaccati completamente dal peccato e con l’intenzione di ottemperare appena possibile alle tre consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), davanti a un’immagine di Gesù o della Beata Vergine Maria, recitino pie orazioni per i defunti, ad esempio le Lodi e i Vespri dell’Ufficio dei Defunti, il Rosario Mariano, la Coroncina della Divina Misericordia, altre preghiere per i defunti più care ai fedeli, o si intrattengano nella lettura meditata di uno dei brani evangelici proposti dalla liturgia dei defunti, o compiano un’opera di misericordia offrendo a Dio i dolori e i disagi della propria vita.
Con la morte, infatti, la vita non è tolta ma è trasformata, e noi manteniamo un rapporto con chi muore, un rapporto che non è più fisico ma è un rapporto reale, anzi forse ancora più reale perché non c’è neanche il limite del tempo e dello spazio. Perché viviamo della fede in Cristo risorto, abbiamo speranza che i fratelli attualmente non visibili tra noi siano però in comunione con il Signore e, rinnovando il nostro impegno di fede, chiediamo con umiltà e fiducia il perdono per le piccole o grandi mancanze che abbiano potuto commettere durante la loro vita, sapendo che comunque sono già salvati nell’amore di Dio. Tutti un giorno potremmo vivere felici nella luce di Dio a condizione di aver creduto non solo a parole, ma anche con le opere e nella verità.