Un pomeriggio d’estate, la scala del primo piano del monastero era stata bagnata, in maniera abbondante, al fine di essere lavata. La Correttrice passando dalla scala per recarsi al Coro per il Vespro, incrociò Filomena.
Essendo stata informata della sua grande umiltà e obbedienza, al fine di saggiarne la virtù, le domandò con tono aspro: «È lei che ha allagato così questa scala?», pur sapendo che suor Filomena non era stata di turno per quel lavoro. La giovane non si dichiarò estranea, lasciando pensare che era colpevole.
Con voce ancora più severa la Madre Correttrice le comandò: «Ebbene, riparerà la sua negligenza salendo la scala in ginocchio e baciando un gradino dopo l’altro; sarà il suo Vespro oggi».
La novizia si alzò l’uniforme e, con una gioia simile a chi ha ricevuto un regalo inaspettato, salì dando ad ogni gradino sonori baci. Terminata la penitenza andò al Coro.
Una connovizia, vedendola felice, le chiese: «Che accade? Perché siete così felice?». Ma l’altra, sorridendole con amabilità, si portò il dito indice alla bocca ricordandole delicatamente l’obbligo del silenzio nel Coro, e in quel modo evitò di rispondere.